
TRA POSSIBILITÀ E DESIDERIO METTIAMOCI UN LIBRO
Suggerimenti su come poter viaggiare tra le pareti domestiche
Capitolo 1
Andare in montagna è un’azione culturale che compiamo senza rendercene conto; usiamo inconsapevolmente oggetti, percorriamo meravigliati o annoiati sentieri battuti da migliaia di anni.
Per saperne di più in Biblioteca abbiamo dei libri che ci possono guidare a percorrere strade vertiginose nel tempo e nello spazio.
Eccovi due suggerimenti:
L’impero in quota
Le Alpi sono state un territorio, per molti aspetti esemplare, di radicali trasformazioni politiche, sociali e culturali nei secoli in cui si è dispiegata la civiltà romana. Prioritario a qualunque discorso storico è comprendere la visione che gli antichi Romani avevano delle Alpi e dei popoli che le abitavano: luoghi marginali, difficili e inospitali; barriere a difesa di Roma e della penisola; cerniere di comunicazione con la realtà transalpina; spazi estremi ove il sacro e il sacrilego si incontravano; attraversamenti imperiali carichi di implicazioni geopolitiche; vettori di comunicazioni, di commerci, di idee; luoghi di resistenza a difesa del territorio. Questo affascinante volume non ha una sequenza cronologica. Esso segue l’indispensabile snodarsi storico degli eventi importanti con approfondimenti sulla vita materiale, sulle mentalità, sulle strutture sociali, economiche e religiose entro cui si sono formati e hanno operato uomini e donne vissuti nel territorio alpino.
I Romani hanno scritto un capitolo importante nella storia delle Alpi. Anche se a loro non piacevano affatto: troppo alte, troppo fredde, troppo lontane dal mare Mediterraneo e da Roma. Per ragioni politiche e strategiche essi decisero di occuparle, abbastanza tardi nella loro storia, per riuscire a valicarle in sicurezza e completare la costruzione del loro grande impero. Il baluardo inaccessibile che, in origine, costituiva il confine netto e la presunta naturale protezione dell’Italia diventò progressivamente un luogo di passaggio frequentato. La conquista non si tradusse nella mera occupazione militare di un territorio sottratto con le armi ai popoli che lo abitavano. Ben presto i Romani compresero che le Terre Alte, in apparenza «naturalmente» svantaggiate, potevano essere utili non solo dal punto di vista del controllo territoriale ma anche come serbatoio di materie prime e come potenziali incubatori di sviluppo economico. In tale prospettiva, la montagna, all’inizio soltanto episodicamente attraversata, diventò piú appetibile e i rari spazi di abitabilità furono progressivamente sottoposti a un’opera capillare e sistematica di addomesticamento. Nei secoli della conquista le Alpi diventarono il teatro di avventure umane quasi in stile Far West rappresentando un’opportunità concreta per uomini spregiudicati alla ricerca di fortuna, per coloni italici trapiantati nelle città alpine, per imprenditori che fondarono le loro attività nelle valli e nelle aree collinari prealpine.
I signori delle mappe
In questa straordinaria e avventurosa storia delle mappe e dei loro creatori, dalle prime osservazioni dell’antichità fino alle fotografie satellitari, John Noble Wilford racconta le vicende di cartografi di ogni epoca e cultura. Seguendo l’ideale percorso che ha ispirato gli astronomi dell’antica Grecia, i coraggiosi navigatori del Rinascimento e gli esploratori che hanno mappato il selvaggio West, assistiamo alla metodica triangolazione del regno di Francia compiuta dai Cassini sotto il Re Sole; ci avventuriamo lungo il corso del Rio delle Amazzoni con Humboldt; ci stupiamo della genialità di Gerardo Mercatore e partecipiamo alle imprese di Francis Beaufort, Charles Mason e Jean Fernel. Ma la storia non finisce qui, perché una volta mappato l’intero pianeta, compresi i continenti sepolti sotto i ghiacci, lo sguardo curioso si rivolge verso gli spazi celesti e l’universo infinito. Passando da tavolette d’argilla ad antichi rotoli cinesi sino alle più recenti immagini di pianeti lontani, scopriamo atti eroici, rivalità personali, scontri tra potenze, errori madornali e intuizioni brillanti, in un libro che è un originale inno al genio dell’uomo e alla sua illimitata sete di conoscenza.